Elezioni Politiche Napoli Cimmino Monti Scelta Civica Capolista Alla Camera Campania Votazioni

Jan. 22, 2013 - PRLog -- Cimmino: «Napoli mai così rovinata»

NAPOLI — Luciano Cimmino, imprenditore, patron di marchi come Yamamay, Carpisa e Jaked, è capolista in Campania 1 per Monti. In comune con il professore bocconiano una certa tendenza alla sobrietà e un approccio assai pragmatico alla politica. Ammette: «Le uniche tessere che ho sono quelle del circolo Posillipo e della funicolare». E dei giovani dice: «Mi affascinano ma spesso mi fanno arrabbiare. Nessuno li prepara realmente al lavoro e quando lo trovano non lo rispettano. http://www.lucianocimmino.it

Una ragazza la scorsa settimana si è licenziata perché le avevamo chiesto di spostarsi dal negozio di via Toledo a quello di corso Umberto. Settecento metri. E non è la prima volta». Chi ha votato alle ultime amministrative? «Mi vergogno a dirlo, ma non voto da molto tempo». Contento di de Magistris? «Con de Magistris ho un handicap: la città è rovinata, ma lui non mi sta antipatico. È sempre educato, puntuale. Ma certo la città peggio di così non è mai stata. Capisco la mancanza di risorse, ma se si modificasse la macchina, se si riorganizzassero le forze lavoro già cambierebbe molto la situazione». Le piace il Lungomare liberato? «Mi sento di dare un consiglio. Mi piace di più quello di Rio de Janeiro dove, con pochissimi soldi, tavolate di legno sugli scogli, colonne con servizi, che a Napoli non esistono. Già cambierebbe molto». Perché si candida? «Mi candido perché sono diversi anni che dico che siamo rappresentati male. Poi ti capita l’opportunità e non puoi tirarti indietro. Saresti un vigliacco a dire no ad una chiamata alle armi. Non potresti più lamentarti». Ha detto sì per Monti o avrebbe detto sì anche a qualcun altro perché è il momento a richiedere una presa di coscienza? «Sicuramente Monti è l’uomo che ci ha portato fuori dal baratro e gli italiani non dovrebbero dimenticarlo. Però, paradossalmente, avrei detto sì al Pd. Al Pdl e a Berlusconi no». Al Pd sì? «Mi piace Bersani. Quando lo vedo col mezzo toscano, sembra uno appena uscito dalla Casa del popolo dopo una partita di briscola con gli amici. È uno dei pochi che vuole dare un occhio ai consumi. Bisogna prima rimettere in moto l’economia, poi si può parlare di posti di lavoro, che si creano riprendendo a consumare. E poi da ministro dell’Industria, Bersani uomo di sinistra, è l’unico che ha fatto le liberalizzazioni». Quali esperienze politiche ha avuto in passato? «Nel ’93 mi contattò Berlusconi, lo incontrai ad Arcore, fui anche testato come candidato da Pilo, servizio televisivo compreso: sulla scheda scrissero candidato perfetto. Ma non se ne fece nulla. Poi con la lista civica di Santangelo a sostegno di Bassolino sindaco». Da Berlusconi, passando per Bassolino, fino a Monti? «Vede, questa polemica la sollevò tempo fa Enzo Rivellini e gli risposi semplicemente con la verità. Lui ragiona da politico perciò trova scandalosa questa scelta. Io ragiono da cittadino. Voglio ricordare che Bassolino sindaco ci era invidiato da mezzo mondo ed era, all’epoca, un vero napoletano tra i napoletani. Mi piacque a tal punto il discorso di far uscire Napoli dal Medio Evo che investii molti milioni da imprenditore nel centro storico. Aprii un negozio enorme, all’epoca Original Marines, dopo 18 mesi e 600 milioni persi, scappai. Non era cambiato nulla, il centro storico era abbandonato. Offrii anche di sponsorizzare con 50 milioni la manutenzione ordinaria di piazza del Plebiscito, mai ricevuto risposta». Non ha votato alle amministrative, alle politiche invece? «Sono montiano anche in questo, nel ’93 ho creduto nella rivoluzione liberale di Berlusconi, poi non ho votato più». A sinistra oltre a Bersani chi le piace? «Bertinotti lo stimo, Vendola non molto. Non mi piace la sua retorica». Come giudica la pattuglia campana in Parlamento? «Non giudico, ma diciamo che nessuno ha brillato. Sa, io ci ho messo 50 anni, sono partito non da zero, ma da sotto zero, dall’azienda piena di debiti che rilevai alla morte di mio padre. Per vent’anni ho fatto il rappresentante, e solo quando ero sicuro di avere imparato bene il mio mestiere, nell’83 con alcuni soci mi inventai Original Marines». Se fosse eletto in quale commissione parlamentare le piacerebbe lavorare? «Escludendo per un evidente conflitto d’interessi il commercio estero e l’industria, direi la vigilanza Rai. Volevo fare il giornalista e la comunicazione è una mia passione. La prima cosa che faccio la mattina è consultare il mio sondaggista di fiducia». Ha già un sondaggista? «È il mio giornalaio di via Manzoni, Peppino Sansone». Il primo provvedimento? «Cuneo fiscale, senza dubbio, bisogna mettere qualcosa in più in busta paga agli italiani altrimenti l’economia non riparte. E poi etica e morale devono essere al primo posto: trovo che si parli troppo poco di corruzione e esageratamente di evasione». Continui la frase: la Campania è… «Un disastro. Ho dipendenti che vengono da Pomigliano o da Afragola, devono svegliarsi alle 4 di mattina per arrivare in tempo a lavoro perché i trasporti non funzionano. È profondamente ingiusto, direi aberrante. Un diritto negato». Chi vorrebbe incontrare in Parlamento? «Diciamo che vorrei che la qualità media della classe politica migliorasse. Oggi ci sono impresentabili». E cosa dovrebbero fare gli impresentabili secondo lei? «Siamo tutti garantisti no? Ma quelli che hanno giudizi penali in corso dovrebbero fare dieci passi indietro. Quando leggo i giornali invece e vedo certe foto mi viene il mal di pancia. Sarebbe il momento di approfittare e portare gente nuova a Roma». Nella migliore delle ipotesi Monti arriverà terzo. Che succederà? Chi governerà? «Probabilmente si andrà verso un governo Bersani. Per me Monti riprenderà la strada verso il Quirinale, a quel punto cadranno tutti i veti». Quali sono i suoi imprenditori-modello? «Non Agnelli, preferisco Montezemolo e Della Valle». – Simona Brandolini - fonte: Corriere del Mezzogiorno - 16 gennaio 2013

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